La potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello (Platone).

La bellezza rappresenta un’esigenza insopprimibile dell’essere umano.

Abbiamo bisogno dell’arte. All’interno delle città e delle abitazioni da sempre e in ogni cultura abbiamo inserito opere; Bruno Munari, geniale educatore, riteneva così primaria questa necessità da creare persino Sculture da viaggio.

L’arte urbana, in quanto pubblica, dà un contributo fondamentale portando l’estetica ai margini delle comunità ricucendo lo strappo tra i nostri meravigliosi centri storici e le periferie anonime.

«Penso di essere nato artista; penso di avere la responsabilità di riuscirci. Ho trascorso la mia vita fino a questo punto cercando solo di capire che cosa sia questa responsabilità […] Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. L’arte del disegno è la stessa fin dai tempi preistorici […] essa unisce l’uomo e il mondo, vive attraverso la magia […] L’atto della creazione è una sorta di rituale. Le origini dell’arte e dell’umanità giacciono nascoste in questa misteriosa creazione. La creatività umana riconferma e mistifica la potenza della vita» (Keith Haring).

Dopo aver raccontato, attraverso i lavori di alcuni artisti, le diverse attitudini dell’arte urbana, entriamo all’interno della Dimora dove, come nuovi abitanti, incontriamo sei sculture.

Queste presenze contemporanee dialogano con l’allestimento ottocentesco del piano nobile del Palazzo che è stato, prima dell’acquisto nel 2001 da parte Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa (oggi Fondazione Pisa), la residenza nobiliare dei Conti Giuli Rosselmini Gualandi.

Quattro le opere di 2501. Sono un omaggio alla città natale dell’artista Struttura, stargate che come le porte delle antiche mura meneghine rappresenta uno spazio sospeso di comunicazione tra differenti dimensioni, e Milano05| Circonvallazione, una lastra di alluminio utilizzata come materiale di rivestimento edile per le nuove costruzioni che svela sul retro l’esistenza di un’altra Milano, quella dei giardini nascosti; Colonna e Untitled XIII dialogano con le ceramiche della collezione del Palazzo, tra cui l’Urna di Gio Ponti.

J_Cube è un dittico: Joys sfrutta la trasparenza del plexiglass mostrandoci l’estrusione e l’estruso e facendoci percepire la lettera, ora come presenza, ora come negazione.

Moneyless dipinge con la luce: Untitled fa parte della serie frammentazioni in cui il cerchio si scompone in numerosi segmenti che si disperdono nello spazio e si moltiplicano attraverso le ombre.

Opere:

• 2501, Struttura, 2018, 210x100x100 cm , alluminio e rame inciso a mano
• Joys, J_Cube, 2008, 50x50x42 cm | 34x32x28 cm, Tecnica mista su plexiglass
• 2501, Colonna, 2015, 219 x 18 (diametro) cm, ceramica terzo fuoco
• Moneyless, Untitled, 2017, 85x80x75 cm, ferro ossidato
• 2501, Untitled XIII, 2015, 15,5 (diametro) x19,5 cm, ceramica terzo fuoco
• 2501, Milano05|Circonvallazione, 2018, 170 x140 cm, tecnica mista su alluminio alveolare

PRESENCE.
LA DIMORA NOBILIARE

The power of the Good has taken refuge in the nature of the Beautiful (Plato)

Beauty represents an irrepressible need of the human being.

We need art. Inside cities and homes from time immemorial and in every culture we have placed works; Bruno Munari, a brilliant educator, considered this need so primary that he even created Travel Sculptures.

Urban art, as public art, makes a fundamental contribution by bringing aesthetics to the margins of communities, mending the gap between our wonderful historic centers and anonymous suburbs.

«I think I was born an artist. I think I have a responsibility to live up to that. I’ve spent my life up to this point trying to find out just what that responsibility […] My contribution to the world is my ability to draw. Drawing is still basically the same as it has been since prehistoric times.[…]  It brings together man and the world[…]The act of creation is a kind of ritual. The origins of art and human existence lie hidden in this mystery of creation. Human creativity reaffirms and mystifies the power of life» (Keith Haring).

After telling, through the works of some artists, the different attitudes of urban art, we enter inside the Dimora where, as new inhabitants, we meet six sculptures.

These contemporary presences dialogue with the nineteenth-century setting of the noble floor of the Palazzo which was, before the purchase in 2001 by the Cassa di Risparmio di Pisa Foundation (now the Pisa Foundation), the noble residence of the Counts Giuli Rosselmini Gualandi.

Four works by 2501. They are a tribute to the artist's hometown Struttura, a stargate that, like the doors of the ancient Milanese walls, represents a suspended space of communication between different dimensions, and Milano05| Circonvallazione, an aluminum sheet used as a covering material for new buildings that reveals on the back side the existence of another Milan, the one of hidden gardens; Colonna and Untitled XIII interact with the ceramics of the Palazzo's collection, including Gio Ponti's Urn.

J_Cube is a diptych: Joys exploits the transparency of plexiglass showing us the extrusion and the extruded and making us perceive the letter, now as presence, now as negation.

Moneyless paints with light: Untitled is part of the fragmentations series in which the circle is broken up into numerous segments that are dispersed in space and multiplied through shadows.

Works:

• 2501, Struttura, 2018, 210x100x100 cm , aluminum and hand-engraved copper - Sala della Musica
• Joys, J_Cube, 2008, 50x50x42 cm | 34x32x28 cm, Mixed technique on plexiglass - Corridoio di Apollo
• 2501, Colonna, 2015, 219 x 18 (diametro) cm,third fire ceramics - Sala D6
• Moneyless, Untitled, 2017, 85x80x75 cm, oxidized iron - Sala da pranzo 
• 2501, Untitled XIII, 2015, 15,5 (diametro) x19,5 cm, third fire ceramics - Sala delle ceramiche
• 2501, Milano05|Circonvallazione, 2018, 170 x140 cm, mixed media on alveolar aluminium - Collezione Simoneschi, Sala della Biblioteca

La potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello (Platone).

La bellezza rappresenta un’esigenza insopprimibile dell’essere umano.

Abbiamo bisogno dell’arte. All’interno delle città e delle abitazioni da sempre e in ogni cultura abbiamo inserito opere; Bruno Munari, geniale educatore, riteneva così primaria questa necessità da creare persino Sculture da viaggio.

L’arte urbana, in quanto pubblica, dà un contributo fondamentale portando l’estetica ai margini delle comunità ricucendo lo strappo tra i nostri meravigliosi centri storici e le periferie anonime.

«Penso di essere nato artista; penso di avere la responsabilità di riuscirci. Ho trascorso la mia vita fino a questo punto cercando solo di capire che cosa sia questa responsabilità […] Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. L’arte del disegno è la stessa fin dai tempi preistorici […] essa unisce l’uomo e il mondo, vive attraverso la magia […] L’atto della creazione è una sorta di rituale. Le origini dell’arte e dell’umanità giacciono nascoste in questa misteriosa creazione. La creatività umana riconferma e mistifica la potenza della vita» (Keith Haring).

Dopo aver raccontato, attraverso i lavori di alcuni artisti, le diverse attitudini dell’arte urbana, entriamo all’interno della Dimora dove, come nuovi abitanti, incontriamo sei sculture.

Queste presenze contemporanee dialogano con l’allestimento ottocentesco del piano nobile del Palazzo che è stato, prima dell’acquisto nel 2001 da parte Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa (oggi Fondazione Pisa), la residenza nobiliare dei Conti Giuli Rosselmini Gualandi.

Quattro le opere di 2501. Sono un omaggio alla città natale dell’artista Struttura, stargate che come le porte delle antiche mura meneghine rappresenta uno spazio sospeso di comunicazione tra differenti dimensioni, e Milano05| Circonvallazione, una lastra di alluminio utilizzata come materiale di rivestimento edile per le nuove costruzioni che svela sul retro l’esistenza di un’altra Milano, quella dei giardini nascosti; Colonna e Untitled XIII dialogano con le ceramiche della collezione del Palazzo, tra cui l’Urna di Gio Ponti.

J_Cube è un dittico: Joys sfrutta la trasparenza del plexiglass mostrandoci l’estrusione e l’estruso e facendoci percepire la lettera, ora come presenza, ora come negazione.

Moneyless dipinge con la luce: Untitled fa parte della serie frammentazioni in cui il cerchio si scompone in numerosi segmenti che si disperdono nello spazio e si moltiplicano attraverso le ombre.

Opere:

• 2501, Struttura, 2018, 210x100x100 cm , alluminio e rame inciso a mano
• Joys, J_Cube, 2008, 50x50x42 cm | 34x32x28 cm, Tecnica mista su plexiglass
• 2501, Colonna, 2015, 219 x 18 (diametro) cm, ceramica terzo fuoco
• Moneyless, Untitled, 2017, 85x80x75 cm, ferro ossidato
• 2501, Untitled XIII, 2015, 15,5 (diametro) x19,5 cm, ceramica terzo fuoco
• 2501, Milano05|Circonvallazione, 2018, 170 x140 cm, tecnica mista su alluminio alveolare

PRESENCE.
LA DIMORA NOBILIARE

The power of the Good has taken refuge in the nature of the Beautiful (Plato)

Beauty represents an irrepressible need of the human being.

We need art. Inside cities and homes from time immemorial and in every culture we have placed works; Bruno Munari, a brilliant educator, considered this need so primary that he even created Travel Sculptures.

Urban art, as public art, makes a fundamental contribution by bringing aesthetics to the margins of communities, mending the gap between our wonderful historic centers and anonymous suburbs.

«I think I was born an artist. I think I have a responsibility to live up to that. I’ve spent my life up to this point trying to find out just what that responsibility […] My contribution to the world is my ability to draw. Drawing is still basically the same as it has been since prehistoric times.[…]  It brings together man and the world[…]The act of creation is a kind of ritual. The origins of art and human existence lie hidden in this mystery of creation. Human creativity reaffirms and mystifies the power of life» (Keith Haring).

After telling, through the works of some artists, the different attitudes of urban art, we enter inside the Dimora where, as new inhabitants, we meet six sculptures.

These contemporary presences dialogue with the nineteenth-century setting of the noble floor of the Palazzo which was, before the purchase in 2001 by the Cassa di Risparmio di Pisa Foundation (now the Pisa Foundation), the noble residence of the Counts Giuli Rosselmini Gualandi.

Four works by 2501. They are a tribute to the artist's hometown Struttura, a stargate that, like the doors of the ancient Milanese walls, represents a suspended space of communication between different dimensions, and Milano05| Circonvallazione, an aluminum sheet used as a covering material for new buildings that reveals on the back side the existence of another Milan, the one of hidden gardens; Colonna and Untitled XIII interact with the ceramics of the Palazzo's collection, including Gio Ponti's Urn.

J_Cube is a diptych: Joys exploits the transparency of plexiglass showing us the extrusion and the extruded and making us perceive the letter, now as presence, now as negation.

Moneyless paints with light: Untitled is part of the fragmentations series in which the circle is broken up into numerous segments that are dispersed in space and multiplied through shadows.

Works:

• 2501, Struttura, 2018, 210x100x100 cm , aluminum and hand-engraved copper - Sala della Musica
• Joys, J_Cube, 2008, 50x50x42 cm | 34x32x28 cm, Mixed technique on plexiglass - Corridoio di Apollo
• 2501, Colonna, 2015, 219 x 18 (diametro) cm,third fire ceramics - Sala D6
• Moneyless, Untitled, 2017, 85x80x75 cm, oxidized iron - Sala da pranzo 
• 2501, Untitled XIII, 2015, 15,5 (diametro) x19,5 cm, third fire ceramics - Sala delle ceramiche
• 2501, Milano05|Circonvallazione, 2018, 170 x140 cm, mixed media on alveolar aluminium - Collezione Simoneschi, Sala della Biblioteca